La Dacia ha acquisito una posizione di potenza nel mondo delle quattro ruote, pur venendo da un paese che non ha alcuna tradizione.
Il mondo delle quattro ruote sta vivendo un periodo di crisi generale, ed ora è arrivato il momento di analizzare la situazione di un marchio nello specifico. Stiamo parlando della Dacia, che è invece uno dei brand più in forma, grazie al fatto di aver sempre proposto auto a prezzi ragionevoli, senza mai sparare troppo in alto. La conferma arriva anche dalla nuova elettrica Spring, il cui prezzo di partenza, incentivi esclusi, è di appena 17.900 euro.
Si tratta della BEV più economica sul mercato, mentre la Sandero è la vettura più venduta in Europa e la seconda in Italia, dietro solamente alla Fiat Panda che dalle nostre parti è impossibile da scalfire. Uno dei segreti della forza della Dacia è il paese dal quale proviene, che consente di avere dei costi di produzione molto bassi. Ecco di che nazionalità è il brand di proprietà del gruppo Renault.
Dacia, ecco da che paese viene il marchio
La Dacia è diventata un fenomeno assoluto anche per via delle sue origini, dal momento che proviene da un paese che, con ogni rispetto, non aveva alcuna tradizione dal punto di vista dei motori. La sua sede si trova infatti a Pitesti, in Romania, una cittadina di circa 160.000 abitanti, che ha dato origine ad uno dei marchi più in forma in assoluto del mercato odierno.
Si trova nella regione storica della Muntenia, ed è conosciuta in tutto il mondo per essere definita la città dei Tulipani, ed oggi, è associata anche a questo brand che sta facendo le fortune del paese dell’Est Europa. La Dacia è un costruttore che oggi ha acquisito una potenza notevole, ed il discorso relativo alla Romania è uno dei punti chiavi del suo successo.
Infatti, in questo paese la manodopera costa pochissimo, e dietro all’economicità dei modelli di casa Dacia c’è questa motivazione, unita al fatto che i motori montati sono realizzati dalla Renault, evitando uno sperpero notevole di denaro che sarebbe legato alla loro produzione.
Vista la situazione attuale, siamo certi che il marchio di Pitesti continuerà a crescere, anche grazie ad una serie di decisioni molto ben ragionate, come quella relativa al puntare su auto a benzina e GPL ed a non elettrificare del tutto la gamma, come in molti avrebbero voluto. Ed il futuro è radioso.