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Sport

F1, anatomia dell’undercut: la tattica con cui si possono fregare gli avversari

In F1 si sente spesso parlare di undercut, ed oggi proveremo a spiegarvi di cosa si tratta. La verità vi farà capire molte cose.

Il mondiale di F1 si gode un fine settimana di relax dopo Suzuka, in preparazione della quinta tappa stagionale. Il prossimo week-end avverrà l’atteso ritorno del Gran Premio della Cina, che manca in calendario dal 2019. In seguito, ne sono state saltate ben quattro edizioni consecutive a causa della pandemia di Covid-19 e delle rigide regole imposte dal governo cinese sugli ingressi dall’estero.

F1 (ANSA) – GrandPrixTimes.it

Inoltre, ci sarà la prima occasione stagionale per vedere all’opera i piloti nella Sprint Race, che verrà riproposta subito dopo anche in quel di Miami. Nelle prossime righe, ci concentreremo su un’importante peculiarità della F1 moderna, un termine molto utilizzato e che può decidere l’esito delle gare. Ecco di cosa si tratta di preciso.

F1, ecco i dettagli sulla natura dell’undercut

In F1 si è iniziato a parlare della tattica dell’undercut a partire dal 2011, anno nel quale sono state introdotte le gomme Pirelli. Rispetto alla Bridgestone, con queste coperture, anche per richiesta della FIA, si genera un’enorme differenza di performance tra gomma nuova e vecchia, motivo per il quale l’operazione di fermarsi in anticipo dà sempre un grande vantaggio.

Pit-Stop in casa Red Bull (ANSA) – Grandprixtimes.it

Ed infatti, l’undercut consiste nel prendere la posizione su chi precede anticipando la sosta ai box. In quel caso, si va a montare una gomma più fresca e si sfrutta un giro velocissimo, e così facendo, si riesce a balzare davanti al rivale nel momento in cui quest’ultimo effettua il proprio pit-stop.

Al giorno d’oggi, accade un qualcosa di opposto rispetto a ciò che si verificava nel passato della F1, quando fermarsi più tardi rappresentava un vantaggio.

Ciò era tale ai tempi dei rifornimenti, tra il 1994 ed il 2009, quando restando in pista con poco carburante, seppur con gomme più usurate, rappresentava un gran vantaggio rispetto a chi si fermava prima, montando gomme fresche, ma imbarcando tanti chilogrammi di benzina a bordo.

Ad oggi, per far sì che l’undercut vada a buon fine, è necessario rientrare ai box quando si ha un piccolo gap di svantaggio rispetto al rivale (in genere entro il secondo e mezzo di ritardo), in modo da poterlo beffare anche con un solo giro veloce con mescole appena montate. La prossima volta vi spiegheremo anche il fenomeno opposto, ma è chiaro come l’undercut sia quello che faccia più la differenza e che dia maggiori opportunità di sorpasso.

Giovanni Messi

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